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Pubblicato da Paolo Bruttini in Mente 2.0, Società 2.0 il aprile 6, 2008
Una leaderlessorg molto importante nella rete è il sito di aste on line E bay. E bay nasce nel 1995 ad opera di un americano-iraniano Omydiar. Già esistevano prima di e bay numerosi siti di aste on line. Uno tra i più famosi proponeva di commercializzare computer riciclati. Acquistati da grandi aziende orientate a cambiare il proprio set dei pc, il sito si occupava di revisionare, stoccare e vendere i pc agli utenti sulla rete.Omydiar, propose un’ulteriore evoluzione.
E bay era ed è (ancora) una struttura snella. Non svolge alcuna intermediazione diretta sul bene. Niente magazzini, centri di assistenza. Sono i clienti a garantirsi la qualità del prodotto (e del denaro) attraverso un meccanismo di reciprocità. Ovvero i frequentatori di e bay acquirenti o venditori, attribuiscono un rating, una valutazione all’utente sulla base dei comportamenti effettivamente agiti. Un venditore che invia merce in pessime condizioni, viene semplicemente bollato come inaffidabile. Potrà forse truffare il primo, ma dopo sarà sempre più difficile. Chi vuole fare affare con un persona bollata come inaffidabile? Ecco che allora l’economia digitale ripropone un aspetto molto importante dell’economia preglobalizzata: la reputazione. Nella rete, dove l’informazione circola rapidamente, la falsità ed il gioco sporco, possono condurre poco lontano. Ciò che conta è il valore che gli altri ti riconoscono, la tua credibilità .
E bay dal 2002 posside anche un sistema di pagamento Pay pall. Un sistema che favorisce i pagamenti garantendo al tempo stesso la privacy dei dati bancari dell’acquirente. Questo mix di E bay tra la reciprocità tipica della leaderlessorg e la solidità economica delle imprese old economy apre nuove prospettive. Nuove prospettiva per l’economia tradizionale.
Su questo tema del rating tornerò presto.
L E A D E R L E S S O R G
E’ avvenuto così, a poco a poco, come una marea: non te ne accorgi e dopo un po’ tutto è diverso. All’inizio sembrava solo un fatto di tecnologia, poi si è capito che era qualcosa di più. È giunta l’ora delle imprese senza capi. Parliamo di centinaia, migliaia di aziende che nascono e si sviluppano in un modo nuovo. Producono valore, ma la loro leadership non si basa sul “comando controllo”. Usano la forza dell’appartenenza e della reciprocità, dell’interesse individuale che si realizza attraverso atti collettivi. Il loro humus è la Rete. Tecnologia certo, ma soprattutto la nuova cultura che essa ha generato: l’istantanea consapevolezza che il mondo è a portata di clic e che questo moltiplica le possibilità. Ci siamo già dentro, ed è compito di tutti capirne la complessità e la portata rivoluzionaria...- Unisciti a 1.314 altri iscritti
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